Lavorazioni artigianali di ceramica, terracotta e pietre dure in Toscana

La Toscana vanta una tradizione antichissima della ceramica, in particolare nella zona di Montelupo in provincia di Firenze, che risale a prima dell'anno 1000.
La materia prima per concepire la ceramica - come per la terracotta - è l'argilla di cui la Toscana, e in modo particolare la Val d'Elsa è ricca, consentendo sin dal medioevo la nascita di un rilevante centro per la ceramica.

Successivamente i maestri artigiani, si trovarono di fronte alla necessità di dare all'argilla grezza un rivestimento bianco che consentisse di perfezionare l'oggetto con delle decorazioni, di conseguenza venne creata e perfezionata la tecnica di cottura e smaltatura.
Gli oggetti, solitamente di uso domestico come vasi, piatti e ciotole di vario genere venivano poi ornati a mano per mezzo di un pennello con disegni che raffiguravano motivi faunistici o floreali, fino a stemmi araldici - questi ultimi molto importanti poiché spesso si rifacevano a famiglie nobili che hanno contraddistinto la storia delle città della toscana.

Oggi, la tradizione delle ceramiche dipinte a mano si possono osservare presso le molte botteghe artigiane sparse per tutta la Toscana, dove oltre ad una ampia varietà di oggetti in esposizione è possibile vedere le diverse fasi della pittura degli oggetti.
Anche la lavorazioni delle pietre dure e dell’onice è molto sviluppata fin dall’epoca passata.
Nella zona meridionale del territorio di Montaione, nei dintorni della frazione di lano, fratture nei banchi di travertino riportano filoni di una varietà di alabastro calcareo, che per i suoi colori e la sua struttura, di solito nelle sfumature del bianco, del bruno, del grigio e del marrone - è comunemente definita alabastro-onice.

Le caratteristiche strutturali più evidenti richiamano infatti il vero e proprio onice, una varietà di calcedonio, dalle caratteristiche striature bianche e nere. Nel caso specifico, si tratta però di semplice carbonato di calcio che ha subito un processo di ricristallizzazione, colmando le fessure verticali del travertino originario. L'alabastro onice non va confuso con l'alabastro gessoso di Volterra, meno prezioso.

Un altro prodotto tipico dell’artigianato toscano è la terracotta, dove la materia prima, l’argilla è abbondante in molte zone della Toscana.
In Toscana, la lavorazione dell'argilla per la produzione della terracotta è una pratica che risale fin dai tempi del medioevo, uno degli aspetti che caratterizzava la lavorazione tradizionale della terracotta era la sua grande duttilità che permetteva la creazione di forme estremamente varie e diversificate in rapporto alle diverse funzioni d'uso. Gli artigiani infatti, realizzavano con l'argilla, oltre che laterizi, anche contenitori di terracotta per la conservazione e il commercio dell'olio di oliva e del vino.
Gli strumenti di lavoro erano le mani e una stecca di legno sagomata per lisciare (misurare l'oggetto in lavorazione), in seguito alla tradizionale tecnica lavorativa a mano si sostituirono altri processi tecnici quali il tornio e lo stampo.
Nei secoli passati i manufatti venivano firmati a fresco con un chiodo, con il nome della bottega o del mastro concaio e con la data di fabbricazione, dopo di che venivano messi in forno a quel tempo alimentato a legna.
Negli ultimi tempi la produzione di terracotta ha interessato anche il campo dell'arredamento per la casa e oggetti ornamentali da giardino come statue e vasi, che in Toscana vengono realizzati da artigiani secondo l'antica tradizione e con la stessa passione di sempre.

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