Fasce vegetazionali, piante, boschi ed animali (mammiferi, uccelli, pesci, rettili, insetti) nel territorio toscano

La flora della Toscana unisce specie tipiche della montana, addirittura delle alpi, e specie fortemente mediterranee: ne deriva un paesaggio naturale assai vario.
Tutta la fascia immediatamente antistante la costa, caratterizzata da colline che raggiungono un’altitudine di 300-400 metri, è popolata da specie mediterranee, come la macchia sempreverde, sia con arbusti (rosmarino, mirto, erica, lavanda, lentisco, corbezzolo ecc.) sia con alberi (leccio, pino marittimo e domestico).
È un’area che a più riprese, sin da epoca remota, ma specialmente a partire dall’Ottocento, è stata oggetto di operazioni di riforestazione e di bonifica.

L’area detta submontana, sino a circa 1.000 metri di quota, ha invece la sua flora più caratteristica nei boschi di castagni e di querce, che ricoprono i versanti dell’Antiappennino e dell’Appennino; mentre al di sopra dei 1000 metri, fino ai 1.700 metri (di conseguenza solo sull’Appennino), si distendono le foreste di faggi e abeti.
Complessivamente i boschi occupano quasi 9.000 km² e stanno gradualmente aumentando in modo spontaneo a causa dell’abbandono, da parte dei contadini, di grandi aree un tempo coltivate.

La Toscana è la regione d’Italia con la più estesa superficie di territorio tenuta a bosco, pari a due quinti di quella regionale; tuttavia si tratta quasi sempre di boschi che non concedono un’abbondante produzione di legname. Scarse sono inoltre le aree (tra cui la citata foresta dell’Abetone) coperte da foreste di conifere alpine.
Infine i tappeti erbosi dei pascoli montani rivestono le poche zone situate al di sopra dei 1.700 m di quota; l’estremo nord dell’Appennino, all’incirca tra il passo della Cisa e il monte Corno alle Scale, rappresenta il limite meridionale sino a cui si spingono alcuni fiori alpini, come la genziana purpurea.

La fauna, un tempo varia e ricca, è stata assottigliata da secoli e secoli di attività venatoria: la Toscana è infatti la regione con il più alto numero di cacciatori (comprendendo per tali quanti ogni anno richiedono il relativo permesso).
La Maremma ospita ancora il cinghiale e pochi esemplari di cervo e di capriolo; più numerose sono, soprattutto nelle aree montane, le popolazioni di tasso, volpe e lepre.

Tra gli uccelli, di passo o stanziali, risultano abbastanza numerose la beccaccia, la starna, e la tortora; ma particolarmente interessante è la fauna della laguna di Orbetello, che contiene varie specie di trampolieri e altri uccelli acquatici (germano, folaga ecc.).

Nell’arcipelago d’Elba sono presenti le piante sempreverdi, che hanno foglie coriacee, protette da un'epidermide robusta e poco permeabile; oppure piante con foglie ridottissime, talvolta trasformate in spine, o del tutto mancanti, come nel caso delle ginestre.
Delle grandi foreste di leccio che un tempo ricoprivano le isole dell'Arcipelago oggi rimangono solo pochi boschi cedui all'Elba, al Giglio e a Gorgona, mentre singoli esemplari sono presenti a Giannutri, Montecristo e Capraia.

La complessità orografica ed altitudinale dell'isola d'Elba ha protetto la conservazione di boschi di castagno "Castanea sativa"; nelle valli più fresche vegeta l'ormai rara felce "Osmunda regalis"; sui rilievi ed in particolare sul monte Capanne è importante la presenza del tasso "Taxus baccata" e del carpino nero "Ostrya carpinifolia".
Per quando riguarda la fauna sono presenti Sono inoltre specie di rilievo come la farfalla "Coenonympha elbana", la lucertola "Podarcis muralis colosii",il grillo "Rhacocleis tyrrhenica", la "Vipera aspis francisciredi".

Mentre i mammiferi terrestri sono quelli caratteristici dell'ambiente mediterraneo, con la notevole presenza di un mustelide altrove assai raro, la martora "Martes martes".
Diffusa è anche la presenza del coniglio selvatico "Oryctolagus cuniculus" , il cinghiale maremmano, è stato introdotto una trentina di anni fa il cinghiale centroeuropeo "Sus scrofa", probabilmente ibridato con i suini domestici.
Questa specie, molto prolifera, in assenza di predatori naturali, si è riprodotta in sovrabbondanza, divenendo un autentico problema per la tutela degli elementi floreali  e la salvaguardia delle colture agricole. Azioni di limitazione e cattura sono in corso per riportare a livelli sopportabili la presenza di questo animale.

A Montecristo è presente la capra selvatica "Capra aegagrus hircus" e il muflone sardo "Ovis musimon" è stato introdotto sull' isola d'Elba e Capraia.

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