Il complesso vulcanico del monte Amiata

Il complesso vulcanico del monte Amiata, che comprende un' area di circa 55 kmq, è situato nella Toscana meridionale, tra le province di Siena e Grosseto.
Questo monte, che con i suoi 1734 m sovrasta tutto il territorio circostante, presenta un profilo dolce ( a causa di millenni di erosione )
immediatamente riconoscibile anche da grandi distanze ( si vede anche dal Mar Tirreno); e rappresenta l'estremo versante nord di una serie di distretti vulcanici che si estendono partire dalla Campania, con i Campi Flegrei.
Secondo recenti studi l'edificio vulcanico si è sviluppato con 5 fasi eruttive principali che si sono susseguite nel corso di 100.000 anni, dando origine ad una stratificazione di sedimenti rocciosi (soprattutto colate quarzolatitiche e colate porfiriche) che nei punti massimi raggiunge uno spessore di 800 m.
Sotto la crosta lavica si trovano i giacimenti di cinambro
da cui si ricava il mercurio: l'estrazione e la lavorazione di questo minerale sono stati a lungo una delle principali attività economiche di questa zona ( attualmente è possibile visitare il Museo delle Miniere-Parco minerario del monte Amiata ).
Dove oggi sorge il monte dell'Amiata, originariamente era presente un sistema collinare attraversato dal fiume Fiora; a dominare erano le cime del monte Labbro e del monte Civitella: entrambi questi due rilievi sono di origine sedimentaria, cioè formatisi, come tutti i terreni della zona ad esclusione del monte vulcanico, in seguito ai movimenti della crosta terrestre.
L' inizio dell'attività vulcanica ha prodotto delle modificazioni consistenti al territorio circostante: il cambiamento maggiore è stato quello apportato alla struttura idrogeologica,che oggi risulta notevolmente complessa, con la creazione di sorgenti, nuovi corsi d' acqua e bacini naturali.
Vivo d' Orcia ad esempio appare caratterizzata da una serie numerosa di sorgenti, tra le quali emerge quella dell'Ermicciolo, importante per la sua acqua minerale che sgorga pura e con caratteri organolettici che la rendono “leggera” e ottima da bere.
Molto ricche e importanti appaiono inoltre le acque del fiume Fiora: esso sgorga dalla roccia trachitica e raccoglie il confluire di numerosi corsi d'acqua, tra cui il fosso del Fattucchiaio che nasce a 646 m sul monte dell'Amiata.
Questo fiume ( adatto alla riproduzione di molte specie di pesci tra cui i barbi, i cavedani e la trota fario ) continua il suo tragitto confluendo a valle nella zona detta Peschiera e, prima di raggiungere il Tirreno, le sue acque vengono intercettate da un importante acquedotto toscano.
La presenza di strati rocciosi permeabili permette inoltre al terreno di raccogliere le acque piovane, che vanno ad alimentare il bacino acquifero sotterraneo.
Queste acque riemergono poi come sorgenti termali: numerose sono infatti le stazioni termali nella zona ( Saturnia, Bagni San Filippo solo per citarne alcune ).
Le elevate temperature del sottosuolo per la presenza del vulcano inoltre determinano un altro importante fenomeno: si tratta dei “soffioni”, emissioni di vapore endogeno che si trovano nelle zone di Santa Fiora e Piancastagnolo.
Oltre alla presenza di importanti corsi d'acqua, il territorio intorno all'Amiata è apprezzabile anche per la ricchezza dei boschi: si trovano soprattutto secolari alberi di castagno alle pendici del monte, e fitti boschi di faggio che ricoprono i pendii quasi fino alle vette; ma crescono anche boschi di cerro, di roverella, di leccio e di abete bianco.
Ad intervallare i boschi, si trovano vasti campi erbosi sfruttati per il pascolo delle pecore.
Il clima dell' area è quello tipico della zona montano-appenninico, con inverni freddi, caratterizzati da abbondanti nevicate; estati calde, e piogge abbondanti anche se concentrate nei periodi equinoziali.
Il particolare clima temperato di queste zone favorisce la presenza di una grande varietà di fiori e piante: il giglio di San Giovanni, il sigillo di Salomone, varie specie di orchidee selvatiche, nonché numerosissime erbe officinali.
Tra i prodotti del territorio, particolarmente apprezzati sono le castagne che hanno ottenuto l' Indicazione Geografica Tipica; i funghi, di cui crescono quattro specie di porcini particolarmente apprezzati dagli intenditori; e infine non mancano i tartufi.