Itinerario turistica da Chianciano Terme a Chiusi, da Cortona a Montepulciano

Stagione: da maggio a ottobre. Tempo: un giorno. Percorso: 164 km.

Tabella di marcia. Si lascia Chianciano Terme in senso Chiusi (12km), poi si devia per il lago di Chiusi (5 km). tornati sulla 326 si costeggia per un breve tratto il lago di Montepulciano e si arriva a Cortona (44 km). Di qui, percorrendo per Sinalunga (27 kn) si giunge a Montepulciano (20 km); con digressione si visitano Pienza (13 km) e San Quirico d’Orcia (10 km), quindi in 33 km si fa ritorno a Chianciano Terme.

È difficile dire quale tra i differenti panorami che la Toscana regala in estesa estensione sia il più rappresentativo o il più caratteristico: anzi, più che le diversi caratteristiche fisiche, domina, alla fine, su tutta la regione quel denominatore comune che il toscano ha saputo imporre in questa sua vasta e bella terra.

Dunque, anche in questo ultimo lembo, al confine a questo punto con l’Umbria, siamo in una Toscana tipica, e che Toscana! valutato che in pochi chilometri quadrati si raccoglie una serie di città e cittadine di stupenda qualità. Per dire compiutamente dei interessi di questo fazzoletto di Toscana, non si dovrà tacere infine dell’estensione di colline sulle quali si distribuiscono i centri: una distesa folta di vigne e oliveti che si rispecchiano alla loro estremità orientale nei laghetti di Montepulciano e di Chiusi. Il tocco finale a questo territorio originale lo dà Chianciano Terme, ultima nata fra tante sorelle di origine antica, ma non meno affascinante: distesa sulle gradevoli colline che scendono sulla val di Chiana, la cittadina, una delle più visitate stazioni termali d’Italia, è tutta un verde parco, rigenerante, dove vengono sfruttate le proprietà curative delle sue acque, comunemente riconosciute fra le più attive contro una larga gamma di malattie.

A due passi da Chianciano Terme è Chiusi l’etrusca, era chiamata in antico Chamars, che introduce al indecifrabile mondo degli avi con i tesori del museo nazionale etrusco, uno dei più particolareggiati e omogenei, e con una estesa necropoli ricca di tombe monumentali, anche stupendamente decorate.

Il lago di Chiusi e il lago di Montepulciano sono il primo annuncio del Trasimeno, del quale, pur nelle ristrette estensioni, rifanno i caratteri: una distesa di acque quiete, bordata da una fascia verdeggiante di canneti, abbellita dal bruno delle tife, il giallo-oro dei gigli d’acqua e dei ranuncoli, il bianco del fior di sagittaria e il cilestrino profumo della menta.

Una festa di colori e di odori, insomma, diretta dalle regali ninfe e dagli esotici nannufari e frequentata in autunno, primavera e inverno da un dinamico mondo di uccelli acquatici di ogni specie e grandezza, dall’ airone rosso al pendolino.

Mentre Chiusi si fa bella principalmente dei suoi avi etruschi e della loro eredità, la sorella Cortona ,la virgiliana Corito, pur ricca di tracce del più antico passato, si è ornata anche di preziosi chiese rinascimentali e di meravigliose opere pittoriche. Ma è principalmente l’intero piano urbano che affascina, nella sua superiore raffinatezza, una cascata di pietra che, guardata dall’alto da una minacciosa fortezza, ripete le forme delle vicine città umbre, Assisi e Spoleto, al cui paragone sicuramente non sfigura.

Come se non bastasse, lo brillante quadro urbano si fonde nell’estensione dei panorami aperti su tutta una larga fetta di Toscana e Umbria, dal Trasimeno alla val di Chiana, alla vastità collinare di là da quella, che, cosparsa di stupendi cittadine, si distingue contro lo sfondo sfumato dell’Amiata. Proprio su quelle colline si scioglie l’ultima parte del percorso, che, dopo aver visto le belle Foiano della Chiana e Sinalunga, arriva a Montepulciano, rinascimentale gemma raccolta su un’altura che domina la Val di Chiana, di fronte alla città di Cortona.

Nelle sue vie serpeggianti, ornate di raffinati edifici, si respira l’area del rinascimento toscano, tocca una delle suoi vette più importanti nella bellissima chiesa di San Biagio, innalzata poco fuori le mura su disegno di Antonio da Sangallo il Vecchio intorno alla metà del XVI secolo.
Questo stesso rinascimento ha provato, qui a due passi da Montepulciano, una delle sue attuazioni più ardite, anzi coraggiose, dando vita, dal nulla, ad una completa città: Pienza, la città di Pio II, che voleva cosi affermare, non riuscendo però, la piena dominazione dell’uomo su questa distesa di colline che, sebbene la presenza della graziosa San Quirico d’Orcia, spaventava di apparire troppo primitiva per l’affiorare qua e là di biancheggianti forme di abrasione, annuncio delle desolate “crete”.

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